sabato 11 maggio 2013

Sorteggio premi 2013


Sorteggio premi in onore a San Giorgio Megalomartire:

1°PREMIO = PULEDRA N°0614 RITIRATO
                                           (il comitato con il vincitore della Puledra 2013)

2°PREMIO= VIAGGIO N°3342 RITIRATO
3°PREMIO= TABLET N°0094 RITIRATO

PREMI CONSOLAZIONE:

ICONE SAN GIORGIO

N° 0309 RITIRATO
N° 1687 RITIRATO
N° 3096
N° 3545 RITIRATO
N° 3418 RITIRATO


INOLTRE IL COMITATO DI SAN GIORGIO MEGALOMARTIRE COGLIE L’OCCASIONE DI RINGRAZIARE A TUTTA LA CITTADINANZA CHE OGNI ANNO CONTRIBUISCE ALLA REALIZZAZIONE DELLA FESTA .




mercoledì 24 aprile 2013

Biglietti vincenti Festa 2013

Premio la Puledra: Nr. 0614
2° Premio Viaggio: Nr. 3342
3° Premio Tablet: Nr. 0094
I 5 Premi di consolazione ecco i Nr. Vincenti!
Nr. 0309
Nr. 1687
Nr. 3418
Nr. 3096
Nr. 3545
I vincitori ci possono contattare al: 345 61 40 501
O nell'indirizzo e-mail: sangiorgiopianadeglialbanesi@gmail.com

mercoledì 10 aprile 2013

Programma Festa di San Giorgio 2013

Per maggiori info contattateci al numero: 
345 61 40 501
Oppure all' indirizzo e-mail:
sangiorgiopianadeglialbanesi@gmail.com

domenica 24 febbraio 2013

Culto di San Giorgio nel Mondo

Culto di San Giorgio nel Mondo

Per avere un’idea del diffusissimo culto che il santo cavaliere e martire Giorgio, godé in tutta la cristianità, si danno alcuni dati. Nella sola Italia vi sono ben 21 Comuni che portano il suo nome; Georgia è il nome di uno Stato americano degli U.S.A. e di una Repubblica caucasica; sei re di Gran Bretagna e Irlanda, due re di Grecia e altri dell’Est europeo, portarono il suo nome.
È patrono dell’Inghilterra, di intere Regioni spagnole, del Portogallo, della Lituania; di città come Genova, Campobasso, Ferrara, Reggio Calabria e di centinaia di altre città e paesi. Forse nessun santo sin dall’antichità ha riscosso tanta venerazione popolare, sia in Occidente che in Oriente; chiese dedicate a s. Giorgio esistevano a Gerusalemme, Gerico, Zorava, Beiruth, Egitto, Etiopia, Georgia da dove si riteneva fosse oriundo; a Magonza e Bamberga vi erano delle basiliche; a Roma vi è la chiesa di S. Giorgio al Velabro che custodisce la reliquia del cranio del martire palestinese; a Napoli vi è la basilica di S. Giorgio Maggiore; a Venezia c’è l’isola di S. Giorgio.
Vari Ordini cavallereschi portano il suo nome e i suoi simboli, fra i più conosciuti: l’Ordine di S. Giorgio, detto “della Giarrettiera”; l’Ordine Teutonico, l’Ordine militare di Calatrava d’Aragona; il Sacro Ordine Costantiniano di S. Giorgio, ecc.
È considerato il patrono dei cavalieri, degli armaioli, dei soldati, degli scouts, degli schermitori, della Cavalleria, degli arcieri, dei sellai; inoltre è invocato contro la peste, la lebbra e la sifilide, i serpenti velenosi, le malattie della testa, e particolarmente nei paesi alle pendici del Vesuvio, contro le eruzioni del vulcano.
Il suo nome deriva dal greco ‘ghergós’ cioè ‘agricoltore’ e lo troviamo già nelle ‘Georgiche’ di Virgilio e fu portato nei secoli da persone celebri in tutti i campi, oltre a re e principi, come Washington, Orwell, Sand, Hegel, Gagarin, De Chirico, Morandi, il Giorgione, Danton, Vasari, Byron, Simenon, Bernanos, Bizet, Haendel, ecc.
In Italia è diffuso anche il femminile Giorgia, Giorgina; in Francia è Georges; in Inghilterra e Stati Uniti, George; Jörg e Jürgens in Germania; Jorge in Spagna e Portogallo; Gheorghe in Romania; Yorick in Danimarca; Yuri in Russia. La Chiesa Orientale lo chiama il “Megalomartire” (il grande martire).
Detto tutto questo, si può capire come il suo culto così diffuso in tutti i secoli, abbia di fatto superato le perplessità sorte in seno alla Chiesa, che in mancanza di notizie certe e comprovate sulla sua vita, nel 1969 lo declassò nella liturgia ad una memoria facoltativa; i fedeli di ogni luogo dove è venerato, hanno continuato comunque a tributargli la loro devozione millenaria.
La sua figura è avvolta nel mistero, da secoli infatti gli studiosi cercano di stabilire chi veramente egli fosse, quando e dove sia vissuto; le poche notizie pervenute sono nella “Passio Georgii” che il ‘Decretum Gelasianum’ del 496, classifica tra le opere apocrife (supposte, non autentiche, contraffatte); inoltre in opere letterarie successive, come “De situ terrae sanctae” di Teodoro Perigeta del 530 ca., il quale attesta che a Lydda (Diospoli) in Palestina, oggi Lod presso Tel Aviv in Israele, vi era una basilica costantiniana, sorta sulla tomba di san Giorgio e compagni, martirizzati verosimilmente nel 303, durante la persecuzione di Diocleziano (detta basilica era già meta di pellegrini prima delle Crociate, fino a quando il sultano Saladino (1138-1193) la fece abbattere).
La notizia viene confermata anche da Antonino da Piacenza (570 ca.) e da Adamnano (670 ca) e da un’epigrafe greca, rinvenuta ad Eraclea di Betania datata al 368, che parla della “casa o chiesa dei santi e trionfanti martiri Giorgio e compagni”.
I documenti successivi, che sono nuove elaborazioni della ‘passio’ leggendaria sopra citata, offrono notizie sul culto, ma sotto l’aspetto agiografico non fanno altro che complicare maggiormente la leggenda, che solo tardivamente si integra dell’episodio del drago e della fanciulla salvata da s. Giorgio.
La ‘passio’ dal greco, venne tradotta in latino, copto, armeno, etiopico, arabo, ad uso delle liturgie riservate ai santi; da essa apprendiamo come già detto senza certezze, che Giorgio era nato in Cappadocia ed era figlio di Geronzio persiano e Policronia cappadoce, che lo educarono cristianamente; da adulto divenne tribuno dell’armata dell’imperatore di Persia Daciano, ma per alcune recensioni si tratta dell’armata di Diocleziano (243-313) imperatore dei romani, il quale con l’editto del 303, prese a perseguitare i cristiani in tutto l’impero.
Il tribuno Giorgio di Cappadocia allora distribuì i suoi beni ai poveri e dopo essere stato arrestato per aver strappato l’editto, confessò davanti al tribunale dei persecutori, la sua fede in Cristo; fu invitato ad abiurare e al suo rifiuto, come da prassi in quei tempi, fu sottoposto a spettacolari supplizi e poi buttato in carcere. Qui ha la visione del Signore che gli predice sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre volte la resurrezione.
E qui la fantasia dei suoi agiografi, spazia in episodi strabilianti, difficilmente credibili: vince il mago Atanasio che si converte e martirizzato; viene tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade; risuscita operando la conversione del ‘magister militum’ Anatolio con tutti i suoi soldati che vengono uccisi a fil di spada; entra in un tempio pagano e con un soffio abbatte gli idoli di pietra; converte l’imperatrice Alessandra che viene martirizzata; l’imperatore lo condanna alla decapitazione, ma Giorgio prima ottiene che l’imperatore ed i suoi settantadue dignitari vengono inceneriti; promette protezione a chi onorerà le sue reliquie ed infine si lascia decapitare.
Il culto per il martire iniziò quasi subito, come dimostrano i resti archeologici della basilica eretta qualche anno dopo la morte (303?) sulla sua tomba nel luogo del martirio (Lydda); la leggenda del drago comparve molti secoli dopo nel Medioevo, quando il trovatore Wace (1170 ca.) e soprattutto Jacopo da Varagine († 1293) nella sua “Leggenda Aurea”, fissano la sua figura come cavaliere eroico, che tanto influenzerà l’ispirazione figurativa degli artisti successivi e la fantasia popolare.
Essa narra che nella città di Silene in Libia, vi era un grande stagno, tale da nascondere un drago, il quale si avvicinava alla città, e uccideva con il fiato quante persone incontrava. I poveri abitanti gli offrivano per placarlo, due pecore al giorno e quando queste cominciarono a scarseggiare, offrirono una pecora e un giovane tirato a sorte.
Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, il quale terrorizzato offrì il suo patrimonio e metà del regno, ma il popolo si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli, dopo otto giorni di tentativi, il re alla fine dovette cedere e la giovane fanciulla piangente si avviò verso il grande stagno.
Passò proprio in quel frangente il giovane cavaliere Giorgio, il quale saputo dell’imminente sacrificio, tranquillizzò la principessina, promettendole il suo intervento per salvarla e quando il drago uscì dalle acque, sprizzando fuoco e fumo pestifero dalle narici, Giorgio non si spaventò, salì a cavallo e affrontandolo lo trafisse con la sua lancia, ferendolo e facendolo cadere a terra.
Poi disse alla fanciulla di non avere paura e di avvolgere la sua cintura al collo del drago; una volta fatto ciò, il drago prese a seguirla docilmente come un cagnolino, verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li rassicurò dicendo: ”Non abbiate timore, Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: Abbracciate la fede in Cristo, ricevete il battesimo e ucciderò il mostro”.
Allora il re e la popolazione si convertirono e il prode cavaliere uccise il drago facendolo portare fuori dalla città, trascinato da quattro paia di buoi. La leggenda era sorta al tempo delle Crociate, influenzata da una falsa interpretazione di un’immagine dell’imperatore cristiano Costantino, trovata a Costantinopoli, dove il sovrano schiacciava col piede un drago, simbolo del “nemico del genere umano”.
La fantasia popolare e i miti greci di Perseo che uccide il mostro liberando la bella Andromeda, elevarono l’eroico martire della Cappadocia a simbolo di Cristo, che sconfigge il male (demonio) rappresentato dal drago. I crociati accelerarono questa trasformazione del martire in un santo guerriero, volendo simboleggiare l’uccisione del drago come la sconfitta dell’Islam; e con Riccardo Cuor di Leone (1157-1199) san Giorgio venne invocato come protettore da tutti i combattenti.
Con i Normanni il culto del santo orientale si radicò in modo straordinario in Inghilterra e qualche secolo dopo nel 1348, re Edoardo III istituì il celebre grido di battaglia “Saint George for England”, istituendo l’Ordine dei Cavalieri di San Giorgio o della Giarrettiera.
In tutto il Medioevo la figura di s. Giorgio, il cui nome aveva tutt’altro significato, cioè ‘agricoltore’, divenne oggetto di una letteratura epica che gareggiava con i cicli bretone e carolingio. Nei Paesi slavi assunse la funzione addirittura ‘pagana’ di sconfiggere le tenebre dell’inverno, simboleggiate dal drago e quindi di favorire la crescita della vegetazione in primavera; una delle tante metamorfosi leggendarie di quest’umile martire, che volle testimoniare in piena libertà, la sua fede in Cristo, soffrendo e donando infine la sua giovane vita, come fecero in quei tempi di sofferenza e sangue, tanti altri martiri di ogni età, condizione sociale e in ogni angolo del vasto impero romano.
San Giorgio è onorato anche dai musulmani, che gli diedero l’appellativo di ‘profeta’. Enrico Pepe sacerdote, nel suo volume ‘Martiri e Santi del Calendario Romano’, conclude al 23 aprile giorno della celebrazione liturgica di s. Giorgio, con questa riflessione: “Forse la funzione storica di questi santi avvolti nella leggenda è di ricordare al mondo una sola idea, molto semplice ma fondamentale, il bene a lungo andare vince sempre il male e la persona saggia, nelle scelte fondamentali della vita, non si lascia mai ingannare dalle apparenze”.

venerdì 22 febbraio 2013

Storia del Comitato di San Giorgio

Comitato di San Giorgio
la Storia 

Fin ora si e sempre parlato di chi è  San Giorgio Megalomartire e ti tutte le manifestazioni che si creano in suo onore. 
Ma chi sta dietro a tutta questa organizzazione?? Chi è questo comitato?? Da quanto tempo esiste il Comitato??

Bèh! Il comitato per i festeggiamenti in onore di San Giorgio a Piana è sempre esistito, a confermarlo ci sono foto della festa del Santo fin da quando il nostro paese si chiamava ancora Piana dei Greci.
La festa di San Giorgio a Piana degli Albanesi è stata sempre una grande festa, per come veniva svolta risultava una festa allegracuore, intensa e molto toccante per i devoti che vedevano passare per le vie del paese il simulacro del Santo Patrono.
Al giorno d’oggi a Piana, il 23 aprile è l’unica data riconosciuta come festa patronale per cui vengono chiusi uffici , scuole ed enti pubblici,fuori dal calendario nazionale.
Come la storia ci insegna la festa patronale a Piana degli Albanesi veniva organizzata dai cosiddetti galantuomini, la gente importante, gente che contava sia per la propria possibilità economica sia per la capacità che aveva di coinvolgere la gente e le attività del paese, ricavando così somme di denaro per la realizzazione della stessa.
Col passare degli anni la gente importante si è messa da parte permettendo a gente comune, gente devota e volenterosa di far parte del comitato e di realizzare la festa sempre allo stesso modo almeno fino al 1999.
 Perchè 1999? Cos’è successo in questo anno?
Ecco il 1999 è un anno importante per la nascita del comitato odierno.
In quell’anno nacque un diverbio fra il comitato organizzativo e la chiesa che creò una rottura anche col popolo causando nell’anno 2000 la non realizzazione della festa patronale e il non svolgimento della processione con il simulacro. In quella occasione il simulacro venne sostituito da un’ icona adagiata in una portantina creata per l’evento.
A questo punto vedendo il volto triste della popolazione (e anche il nostro) ci siamo detti: <<è ingiusto privare il nostro paese della tradizionale processione , vista
l’importanza del simulacro, un’opera realizzata dal Bagnasco nel 1832,sminuendo in questo modo la festa del proprio patrono>>.
Oggi possiamo dire che la festa di San Giorgio a Piana si è affermata come uno degli eventi più importanti, per il nostro popolo , per il turismo e per i devoti degli altri comuni o città. Grazie anche all’ASSOCIAZIONE da noi fondata ,IL COMITATO PERMANENTE PER I FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI SAN GIORGIO, che per ora (e dico solo per ora) è composta da sole 16 persone, ma vista l’unione e la volontà creata all’interno del gruppo è un numero che andrà sicuramente a crescere.
Gli obbiettivi che il nostro comitato si pone puntano a rinforzare la devozione e le tradizioni della nostra cultura che ci differenzia dalle altre comunità. Ci auguriamo che le future generazioni non rendano invano il nostro operato , cogliendo con impegno tutto quello da noi realizzato fino ad ora .

 e Sempre "Viva Shën Gjergji kavaleri Viva!!!"

Per contattare il Comitato

Da oggi per qualsiasi informazione non esitate a chiamare il numero ufficiale del comitato di San Giorgio:

345 61 40 501 (vodafon)


giovedì 21 febbraio 2013

Concorso Fotografico e Grafico-Pittorico

Salve a tutti! 
Come accennato ieri, sono molti gli eventi che ci aspettano quest'anno per la festa del nostro amato Patrono.
Vi presento i primi due concorsi che stanno prendendo vita per questa manifestazione:

 La prima di queste è il concorso Fotografico, nella quale potranno partecipare tutti gli appassionati dell'arte della FOTOGRAFIA, e la partecipazione al concorso è GRATUITA.




Ogni partecipante dovrà presentare 20 Foto; delle quali 5 della sfilata equestre, e 15 della processione del Simulacro. Tutte le foto verranno consegnate in digitale (su un CD-ROM o su PEN DRIVE), ogni concorrente dovrà presentare solo 5 foto, tra le 20 consegnate, da consegnare alla Giuria, e in fine dovrà  individuare una foto da lui scattata per candidarla come miglior foto, che dovrà presentare SVILUPPATA con le dimensioni minime di 40x30 cm.

Le foto dovranno essere consegnate entro e non oltre le ore 19.00 del 30 Aprile 2013 in busta chiusa.


Presso i locali della sede del Comitato in Via Nicola Barbato 4. Le opere consegnate oltre tale termine non saranno prese in considerazione. Gli scatti in concorso verranno valutati da una giuria, il cui giudizio è insindacabile. Verranno giudicate: PROSPETTIVA, INQUADRATURA, COMPOSIZIONE.

In fine le foto verranno esposte e proiettate al pubblico presso la Chiesa di San Giorgio Megalomartire in data 5 Maggio 2013 alle ore 17.00 .
Dove avverrà la premiazione dei vincitori. 

  

Il secondo concorso che si sta portando avanti è rivolto a un pubblico più piccolo, cioè dai ragazzi frequentanti le scuole medie e dai bambini delle elementari dell' I.C. Skanderbeg. La manifestazione consiste in un concorso GRAFICO-PITTORICO sempre nell'ambito dei festeggiamenti di San Giorgio.
  
Le tavole realizzate dai Ragazzi verranno esposte al pubblico presso i locali del seminario diocesano in data 19 Aprile 2013; dove rimarranno esposte fino a giorno 21 Aprile 2013.
La premiazione delle migliori tre tavole avverrà dopo la divina liturgia che si terrà presso la chiesa di San Demetrio in giorno 21 Aprile 2013 alle 11.30 .


Vi aspettiamo numerosi! Il Comitato

e Sempre "Viva Shën Gjergji kavaleri Viva!!!"